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Love Boat - la nave dei sogni sarà demolita | vincenzo ameglio

Love Boat - la nave dei sogni sarà demolita

Love-Boat

Mare, profumo di mare, con l’amore io voglio giocare...». Era la sigla La sigla, di Little Tony, di «Love Boat», la popolarissima serie tv che negli Anni Settanta-Ottanta debuttà prima negli Usa e poi, appunto con la hit di Little Tony, anche in Italia, prima sul circuito Pin, quindi su Canale 5 e poi su Retequattro, con repliche sino a qualche anno fa. 

Il tempo fugge, e un pezzo di noi con lui. Little Tony non c’è più e anche la Pacific Princess, la nave che ha ospitato parte del set di «Love Boat», presto se ne andrà. Sarà demolita. Sì, perché a differenza degli umani, le navi - che hanno un’anima, si dice - non vanno mai in pensione. Vivono e muoiono. Spesso finendo in fondo al mare o smembrate su qualche spiaggia del Far East, trasformate in acciaio. E poi, rivivono sotto nuove forme: tanto per dire, dalle enormi eliche dei cargo si ricavavano le “fiamme” metalliche che ornano copricapi dell’Arma dei Carabinieri. 

Nel caso della Pacific Princess, la nave era ferma dal 2008 nel porto di Genova in seguito al fallimento della compagnia crocieristica Quail Cruises, che l’aveva acquistata per rimetterla a nuovo e offrire crociere nel Mediterraneo. L’ultima illusione. Invece, la «Love Boat» ha ripreso il mare per fare rotta verso la Turchia dove verrà smantellata. Secondo quanto scrive Milano Finanza, la nave è stata venduta a circa 2,2 milioni di euro. 

Giunta a Genova per effettuare lavori di restyling nell’autunno 2008, la Pacific dopo pochi mesi era finita sotto sequestro cautelativo del Tribunale di Genova per oltre 10 milioni di debiti non pagati. Nella lunga lista di creditori, oltre al cantiere San Giorgio del Porto, c’erano anche la società greca Jgp Hellas, la Gennaro Officina Navale Genova, Wartsila Italia, Union Naval Marseille, Union Naval Barcelona, International Paint e Genirmi.  

In precedenza la nave era stata sequestrata dalla polizia greca nel porto del Pireo (1998) dopo che erano stati trovati a bordo 25 kg di eroina, frutto del contrabbando da due uomini d’equipaggio filippini. 

Successivamente aveva continuato ad operare a noleggio per la flotta Princess, finché nel 2002 era stata acquistata dalla Reinassance Cruises, che la ribattezzò la MS R Three. Un altro passaggio di mano, questa volta il proprietario è la Pullmantur Cruises, compagnia crocieristica spagnola che le cambia nuovamente nome in MS Pacific e la destina a crociere nei Caraibi commercializzate dalla brasiliana Viagens CVC. E ancora, subentra nel 2008 la iberica Quail Cruises, con crociere nel Mediterraneo e base a Valencia. Sempre nel 2008 la nave approda a Genova, nei cantieri navali San Giorgio del Porto, per un’importante operazione di restyling, ma la società armatrice non paga la commessa e quindi nel 2009 scatta il sequestro seguito dall’atto di pignoramento. Messa all’asta nel febbraio del 2011, per 3,4 milioni di euro, non riceve nessuna offerta. Nel novembre 2011 entra in campo la Cemsam Gemi Sokum, una società turca specializzata nel recupero navi in disarmo. 

La nave aveva fatto da set, ma la fortunatissima serie tv è nata altrove. Su una «love boat» italiana. Sì, italiana. Jeraldine Saunders, ex modella americana, uno dei primi «cruise director» donna dell’era delle crociere, alla fine degli Anni Sessanta lavorava come hostess sulla Carla C., dei Costa ma all’epoca noleggiata alla compagnia americana Princess Cruises e ribattezzata Princess Carla per una stagione di crociere lungo le coste della California e la riviera messicana. Proprio su questa nave Jeraldine ha scritto il primo capitolo di un romanzo, che è poi diventato un best seller: The Love Boats.  

Pubblicato nel 1974, ha ispirato l’omonimo film girato due anni dopo e quindi la popolarissima serie tv, creata da Aaron Spelling, lanciata dal network Abc negli Stati Uniti e diventata un successo planetario - 249 episodi, 10 stagioni, 111 paesi - che ha accompagnato più d’una generazione nell’attraversare gli Anni Settanta-Ottanta.  

Un telefilm cult, così cult che in Italia è ritornato, oltre mezzo secolo dopo, nell’era dei reality. A riproporlo è stato nel 2007 Sky Vivo, facendoci ritrovare gli amici di allora: il capitano Merrill Stubing, la direttrice di crociera Julie McCoy, il barman Isaac Washington, la figlia del capitano Vicky Stubing, il dottore Adam Bricker e Burl «Gopher» Smith. Erano i personaggi fissi, attorno ai quali giravano altri attori, veri passeggeri paganti che indossavano le vesti di comparse e guest star come - giusto per citarne alcuni - Andy Warhol, Tom Bosley (Howard Cunningham in Happy Days), Tom Hanks, Ginger Rogers, Sonny Bono. Il plot, sempre quello: amori, intrighi, avventura. 

Sulla Carla C. all’epoca di Jeraldine il comandante era un italiano, Piero Buatier de Mongeot. Al quale la stessa autrice si è ispirata per descrivere la vita di bordo e per tratteggiare la figura del capitano della Pacific Princess . 

«Me la ricordo bene, Jeraldine - dice Buatier - E’ stata hostess di bordo alle mie dipendenze per due anni». Casato parmense e casa a Genova, alto ed elegante, bei modi, moglie incontrata su una nave, tre figli, l’ufficiale ha preso il mare nel 1944 ed è diventato comandante nel ‘60, sulla Franca C.. Ha conosciuto le prime crociere elitarie, delle star e dei re; le prime nei Caraibi, lanciate proprio dalla Costa e i giri del mondo con l’Eugenio C., l’ultimo dei transatlantici. Viaggi da favola, che negli anni della contestazione finirono anche nel mirino di furiose campagne mediatiche (con un grande ritorno pubblicitario). 

«Jeraldine ha saputo sfruttare l’esperienza di bordo, conquistando fama e ricchezza». Ma anche sulla Carla C. c’era la stessa atmosfera del libro, del telefilm? Amori, intrighi, avventure? «C’era una bella atmosfera. Nel romanzo, però, Jeraldine ha calcato un po’ la mano. Diciamo che ha abbondato nel lavorare di fantasia». 

Jeraldine Saunders, dopo l’imbarco sulla Carla C., ha continuato a lavorare sulle navi per dieci anni, diventando direttore di crociera per compagnie come la Holland America e la Cunard; ha pubblicato anche altri libri (una sorta di sequel di The Love Boat, intitolato Love Signs, e testi di astrologia) e di tanto in tanto è tornata a bordo, per leggere le pagine della sua prima e più fortunata opera.  

Piero Buatier de Mongeot ha proseguito la sua carriera, sino alla pensione. Love Boat, dopo mezzo secolo, nell’era dei reality, continua a navigare. Ma solo in tv. 







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